Le esportazioni di vino italiano nel 2019 crescono del 2,9% rispetto all’anno precedente. Secondo la ricerca di Wine Monitor – Nomisma, i dati delle vendite sono positivi soprattuto in USA (+4,2%), Svizzera (+3,8%), Russia (+12%) e Francia (+6%). Da registrare una tendenza positiva delle importazioni di Prosecco da parte dei francesi.
Tra le note positive vanno sottolineati anche i numeri di Canada (+5,4%) e Giappone (+15,6%). Qui va fatta una premessa: l’entrata in vigore degli accordi di libero scambio con l’Unione Europea hanno dato un impulso decisivo all’import di vino nei due paesi. Infatti non ne ha beneficiato soltanto l’Italia ma anche la Francia e la Spagna.
Non solo dati positivi per il vino italiano. In Germania per esempio le importazioni si sono ridotte del 3,6%. Stesso discorso vale per la Cina, dove la flessione è stata più contenuta, -1,9%.
Nel 2020 sulle previsioni pesano diversi punti interrogativi. “La prima proviene da oltreoceano e risiede nella lista di prodotti europei colpiti dai dazi americani“, spiega Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor. “Finora possiamo dire di averla scampata: è notizia di qualche giorno fa che l’ultima revisione della lista, risalente alla metà di febbraio, non abbia fortunatamente contemplato il vino italiano (a differenza di altri prodotti alimentari). Tuttavia la situazione è in continua evoluzione, anche perché ogni sei mesi la lista viene aggiornata dal Rappresentante per il Commercio degli USA”.
“L’altra grande incognita per le esportazioni di vino italiano è la Cina“, prosegue Pantini. “E’ vero che è ancora oggi un mercato marginale visto che la quota dei nostri vini sull’import del Paese supera di poco il 6%. Poca cosa se confrontato con il 35% dei vini australiani che godono anche agli effetti dell’accordo di libero scambio siglato con la Cina. Nel 2020 dovremo considerare i pesanti effetti del Coronavirus causati dal blocco della produzione e delle importazioni”.
Tra i nuovi mercati da esplorare nel 2020, secondo Wine Monitor ci sono la Corea Del Sud ma anche i paesi dell’Est Europa come la Slovacchia, la Polonia e la Repubblica Ceca.